L’ode alle ombre di Romina Falconi: “Restituiamo un po’ di grazia alle nostre oscenità”

“Voglio continuare a fare musica alla mia maniera. Ho imparato che nella vita la diversità, che tanto sottovalutavo nei primi anni a livello discografico, è fondamentale. Voglio che diventi la mia bandiera, perché oggi mi posso permettere uno zoccolo duro di gente che mi segue e perché ha capito quanto mi piace non ripetermi, non seguire per forza quello che dicono gli hater. In questo contesto se sei una cantante che sta sotto misura e fai una cosa generalista, va bene, ma è come fare un goal a porta vuota. A me piace molto espormi. La cosa bella è che se fai cose diverse e punti a un pubblico che è affamato di cose diverse trovi comunque comprensione, certo bisogna studiare, lavorare il doppio degli altri per avere la metà, però io fino a che ce la faccio voglio continuare così: come dice Orietta Berti, finché la barca va …”. È una Romina Falconi molto determinata e sorridente quella che presenta in anteprima a Lucca Comics & Games 2025 (fino a oggi, 2 novembre allo stand di Freak&Chic Games, Padiglione Games, CAR444, Lucca) “Rottocalco Vol. 5” (Freak&Chic), il libro-magazine che sviluppa i temi del nuovo album “Rottincuore” (Freak&Chic/ADA Music Italia) attraverso approfondimenti firmati dalla stessa cantautrice, da psicologi, giornalisti, scrittori e illustratori.

Dopo aver lanciato singoli come “La Suora”, “Lupo Mannaro”, “Maria Gasolina” e “La Solitudine di una Regina”, anche in questo quinto volume del Rottocalco Romina Falconi si ispira alla propria esperienza personale, avvalendosi della collaborazione di vari professionisti, tra cui la psicologa Monia D’Addio, lo psicologo Corrado Schiavetto, lo scrittore e critico musicale Michele Monina, il giornalista Pietro Cerniglia e molti altri. Dal punto di vista illustrativo, il Rottocalco include le tavole di Marco Albiero, insieme alle opere di Disastrarte e Wallie. Il progetto grafico, ispirato al formato del coffee table book, è curato da Immanuel Casto.
Romina, come ha organizzato le presentazioni a Lucca Comics and Games?
“In maniera spontanea, mi preme presentare il volume 5 del libro La Costa Editore del mio album. Siamo arrivati a 5 capitoli, questo è il capitolo conclusivo, c'è dentro anche la sceneggiatura del disco film che abbiamo fatto. Da un disco sono nati dei libri, che parlano in altro modo di ombre psicologiche, di peccatori: mi piace tanto la parola peccatore perché rimanda a qualcuno che sostanzialmente sbaglia gli occhi con cui osservare il mondo. In Rottocalco ci sono tanti approfondimenti, è un lavoro corale molto bello, perché non volevo scrivere soltanto io, ho chiamato dei miei amici giornalisti, scrittori, ho chiamato amici illustratori. Praticamente nel volume 5 ci sono le ombre di tutto il disco, quindi in primo piano c’è il disturbo ossessivo, la depressione, ma ci sono anche capitoli più leggeri come la sessualizzazione del potere, il materialismo. Mi piace analizzare ciò che è molto importante nel discorso, dagli aspetti psicologici a quelli antropologici, ma con note più leggere, perché bisogna avere l'idea di passare dall'emisfero intellettuale alla parte delle viscere, bisogna essere leggeri e pesanti insieme, perché poi le ombre possono essere grottesche, ma c’è spazio anche per approfondimenti molto seri”.
Che aiuto hanno dato gli psicologi?
“Avevamo cominciato a collaborare insieme per questo percorso dal volume 1 Rottocalco, già tre anni fa, poi nel tempo sono nate delle vere e proprie alleanze, delle sincere amicizie fra di noi. Soprattutto con Corrado Schiavetto, che si occupa di psicodinamica ed è un terapeuta e naturalmente con Monia D’Addio, che è una psicologa. Loro sono intervenuti anche in questo ultimo capitolo che affronta tantissime ombre. Ci sono 12 ombre dentro il disco “Rottincuore”, per analizzarle ho dato a Monia e Corrado carta bianca e loro sono intervenuti con dei pensieri acuti riguardo diverse ombre".
Per lei cosa sono le ombre?
“Le ombre sono parte di noi, eppure sono una delle cose di cui ultimamente in questa società assolutamente performante ci vergogniamo un po' di subire. Siamo in un momento storico in cui sui social network si mostra soltanto la maschera performante del protagonista. Le persone hanno bisogno di sentirsi dalla parte del giusto, nessuno vuole sentirsi dall’altra parte. Secondo me stiamo imparando a mettere molte maschere per far fronte al pensiero giudicante molto forte che caratterizza i social. E le persone che fanno divulgazione, parlano talmente tanto di un'ombra che diventano ombra loro stessi, la cosa è evidente su TikTok. Lo scopo di “Rottincuore” e quindi del Rottocalco è ribadire che le ombre fanno parte di noi, il punto è restituire un po' di grazia alle nostre oscenità, perché ognuno di noi ha la propria crepa interiore. L'ombra è quella cosa che fa parte di noi, che ci abita, con la quale dobbiamo fare i conti, però che comunque ci anima, che comunque rappresenta la nostra essenza, e io volevo restituirle un po' di grazia”.
Ha organizzato anche quest'anno al Comics & Games 2025 il centro di ascolto?
“Quest'anno qui a Lucca no, perché siamo nell'area Games, questa volta siamo al Padellione Games, perché io sono socia di Freak&Chic, che è una piccola boutique musicale, nello stand creiamo giochi e abbiamo deciso di non dividerci, ma di essere tutti nello stesso posto. Vendo questi libri, siamo qua e incontro le persone, non abbiamo avuto la possibilità di mettere su un centro d'ascolto, ma non lo farò morire mai. Laddove è possibile cercherò di portarlo avanti".
Sempre con la sua amica psicologa?
“Sì, sempre con lei, ma perché Monia D’Addio ormai l’ha tenuto a battesimo ed è preziosissima per me. Il centro d’ascolto non nasce come un progetto terapeutico, ma come un confessionale di gruppo e quindi è bello che ci sia poi una persona esperta a coordinarlo. Monia è proprio empatica, è molto materna, e poi ha il dono della sintesi e riesce a spiegare cose difficili con immediatezza e semplicità”.
L'album ormai c'è da un po', sta lavorando a qualcosa di nuovo?

“Rottincuore” è uscito a maggio, ma sto già scrivendo altro. Non smetterò mai di scrivere. Mi piace scrivere ed è una cosa che faccio per me stessa, come fosse il mio sfogo. Amo scrivere le canzoni. La cosa bella della creazione è che quando ti metti a scrivere e non sai se uscirà qualcosa: sei libero, sei un foglio bianco, anche a livello emotivo, non senti pressioni. Ultimamente mi piace sempre di più affrontare temi che magari tanti altri non affrontano. La mia canzone più famosa è forse “Magari muori”, che è un ninna sulla vita che però scherza sulla morte. Ho sempre fatto le cose un po' controcorrente e ho continuato a farlo anche con questo mio terzo disco, che è andato molto bene. Nei miei lavori mi piace avventurarmi nella dissociazione emotiva, mi piace affrontare le cose di petto, anche mascherandole come leggere. Mi piacciono gli argomenti difficili e penso che continuerò a lavorare con la musica e le parole sempre un po' in questa maniera”.
Anche se nella copertina di questo libro magazine posa da Marilyn Monroe.
“Abbiamo voluto fare un omaggio, anche se non mi sentivo degna. Per fortuna ho un team di amici pazzeschi, perché lavorano nella moda, come il fotografo Ilario Botti e Bruno Agostino Scantamburlo, che invece che mi fa capelli e trucco: è pazzesco. Insieme abbiamo voluto fare un omaggio a Marilyn perché dietro un'apparenza sempre sorridente, leggera, c'era un disastro, un macello dentro. Per noi Marilyn era la testimonial giusta per quello che volevamo affermare nel disco e nel libro”.
Luce





